Draft NBA 2016: alla scoperta di Ben SimmonsTutto pronto per il prossimo Draft NBA che si terrà il 23 giugno al Barclays Center di Brooklyn. Il privilegio della prima scelta spetterà ai Philadelphia 76ers desiderosi di lasciarsi alle spalle le ultime disastrose stagioni. Due sono le stelle più attese: Ben Simmons e Brandon Ingram. In realtà, se inizialmente fosse certo che l'australiano sarebbe stata la prima chiamata, la strepitosa seconda parte di stagione di Ingram ha reso la scelta tutt'altro che scontata. Andiamo, oggi, a conoscere di più Ben Simmons

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"Heir to the throne"- erede al trono - così ci viene presentato Ben Simmons dalla rivista americana Slam richiamando un certo King James. Il paragone è ardito ma le premesse per essere una futura stella ci sono tutte.

Nato a Melbourne il 20 luglio 1996, il ragazzo ha concluso il suo primo e ultimo anno alla Louisiana State University con 19.2 punti, 11.9 rimbalzi e 4.8 assist per partita. Cifre spaventose a cui si aggiunge una prestazione da 43 punti su North Florida che non si vedeva da tempi di Shaquille O'Neal.

I numeri hanno portato a definirlo "il miglior giovane dai tempi di LeBron James e Magic Johnson".

Tuttavia, la stagione complessiva di LSU è stata tutt'altro che rosea ed è terminata con un deludente 19-14. Sono proprio queste sconfitte che hanno fatto storcere il naso e sollevato dubbi sul suo carattere e  sulle sue qualità di leadership.  

Dal punto di vista fisico (2.08 metri per 109 chili) è un giocatore già pronto per affrontare l'atleticità della NBA. Un'ala pura che palleggia, penetra, guida le transizioni offensive e, a dispetto della stazza, unisce in modo perfetto rapidità, fluidità e coordinazione.

Si ricordano pochi giocatori che, dopo aver preso un rimbalzo, riescono a condurre una transizione e ad avere una visione di gioco quasi da PG.

Un autentico pericolo anche in post basso grazie alla sua ampia gamma di movimenti. La fisicità e la rapidità gli permettono di essere anche un ottimo difensore con una grande prospettiva di crescita.

Gli istinti, quelli che non si insegnano, di sicuro non mancano: anticipare l'avversario e capire la traiettoria della palla sia in difesa che in attacco sembrano sue qualità innate.

Tra i punti deboli vi sono l'assenza, praticamente, di tiro da fuori e un jumper assolutamente da rivedere.

I limiti in questo fondamentale l'hanno portato, a volte, ad essere controproducente per la squadra. Dal punto di vista difensivo pecca di concentrazione e di intensità.Come già accennato, gli esperti temono una sorta di "debolezza" caratteriale che condurrebbe Simmons a non avere la forza mentale di reagire (alla pressione o agli avversari).

Il rischio è che non sia in grado di guidare una squadra (soprattutto se si tratta di una squadra in ricostruzione come i 76ers) e che il suo nome si aggiunga alla lista dei grandi che non hanno vinto un anello.

In conclusione, ad oggi Simmons farebbe gola a qualsiasi franchigia NBA. Se opportunamente definito potrebbe rientrare nella ristretta elite delle leggende di questo sport. Ma prima di qualsiasi paragone (ogni riferimento a The King è puramente casuale) lasciamo, come sempre, che sia il campo a parlare.

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