
Ma tu guarda cosa doveva capitare a Mino Raiola: mentre lui stava tessendo la sua consueta tela fatta di milioni di euro, di messaggi sibillini e di trasferimenti, ad esempio attorno a Gigio Donnarumma, riesplode nel calcio italiano la passione per le bandiere. Quelle vere, le bandiere che iniziano e finiscono dove sono cresciute, dove hanno amato, dove sono state amate. Sembrava che il calcio dei Baresi e dei Maldini, degli Zanetti e dei Del Piero, fosse vecchio, morto, sepolto, relegato al passato. E invece Francesco Totti. Con la forza umana del suo giro di campo, della sua famiglia, delle lacrime della gente. Ha pianto la gente. Ma anche voi milanisti, interisti e juventini avete pianto, vero?
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Voleva solo giocare a pallone.
Essere Francesco Totti non è stato solo rose e fiori: è stato accusato di essere egoista, chi non lo ha pensato almeno per un momento, di sfruttare l'amore dei tifosi per arricchirsi, di esporre al Roma a tante tensioni sapendo di essere unico e insostituibile nel cuore dei romanisti.
Cattiverie, frecciate, polemiche, il mondo del calcio ne è pieno, se ne nutre, non poteva rimanerne immune proprio Francesco Totti.
Alla fine del suo regno, però, anche i critici più esacerbati e convinti hanno dovuto prendere atto non della ricchezza tecnica ed economica di Totti, ma del suo fanciullino.
Lui ce l'ha e l'abbiamo capito in quell'enorme giro di campo: Francesco ama la palla, il campo, l'erba, lo stadio, i tifosi e ha paura di rimanere solo.
Voleva giocare nonostante le decisioni di Luciano Spalletti, perchè non ne poteva fare a meno, perchè ne aveva bisogno, perchè voleva esorcizzare l'addio e tutti i brividi e i discorsi che l'addio comporta.
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James Pallotta lo ha preso fra le braccia, ma sua moglie Ilary è stata splendida, adeguata, innamorata, giusta, sapeva di dover essere fredda per la tranquillità di suo marito e ci è riuscita.
E' vero, Totti non voleva smettere adesso ed è stato un po' costretto, ma all'alba dei 41 anni ormai vicinissimi, che cos'altro si poteva fare?
Un altro gigante della cerimonia conclusiva della carriera di Totti sul campo è stato Daniele De Rossi, il capitan Futuro che è stato prima tifoso e poi compagno di squadra di Francesco: aveva il fuoco dentro, faceva fatica a guardarlo in faccia perchè voleva rimanere sobrio e lucido senza rubargli la scena, ma De Rossi ha soffero le pene dell'inferno ad assistere all'addio di Totti e ha preferito non darlo a vedere.
Monchi è rimasto colpito da Roma, dai romanisti e dalla romanità.
Tra chi era presente allo stadio Olimpico, anche per compiere il proprio dovere di opinionista, si è commosso anche Giuseppe Bergomi, si sentiva, non pensava che accadesse ma è accaduto.
Sono stati i tifosi a contagiare tutti: le loro lacrime erano quelle della gente, di un popolo a cui togli molto più di un pezzo di carne dal corpo, ma a cui rimane contaminato il cuore da un evento del genere. Grazie Francesco certo, ma come è stata dura!
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FONTI:
Per il contenuto: Totti un addio pieno d'amore, gazzetta.it, 28 Maggio 2017.
Per l'immagine: www.we-news.com
Articolo scritto da:
Mauro Suma, il Direttore Responsabile (leggi la sua biografia).