Nella trade estiva più ricca della storia Nba, anche ad Ovest, quest'anno, abbiamo potuto registrare dei colpi di mercato davvero notevoli. In una West Conference dominata, l'anno scorso, da Golden State, i Warriors hanno capito che, per arrivare fino in fondo e non essere sconfitti nelle finals 3-4 da 3-1 era assolutamente necessario effettuare un ulteriore salto di qualità. Per questo si è arrivati ad ingaggiare un top player come Kevin Durant, cosa che pone quelli della Baia in cima ai pronostici per la vittoria finale. Bene anche Minnesota, Houston e Portland, male Lakers, Sacramento e OKC.
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Volevate sapere se si poteva riuscire a creare una compagine ancora più forte dei Golden State degli ultimi due anni? Beh, la risposta ve l'ha data la stessa squadra di coach Jim Kerr nel mercato estivo di quest'anno.
Certo, il titolo, la scorsa stagione non è arrivato ma il record di 73 vinte nella regular season resterà negli annali della Nba. E' del tutto evidente che il team ha voluto mettere subito in chiaro le cose con le altre franchigie del circus. I più forti siamo sempre noi e, per dimostrarlo, si è voluto affiancare agli splash brothers il più esplosivo free agent in circolazione, Kevin Durant.
Il fenomeno di Wahington D.C. è stato molto chiaro su questo punto, vuole vincere un titolo e, per farlo, il mezzo più veloce è accasarsi nel team più forte, con buona pace delle altre, numerose, pretendenti.
Ma non solo. I Dubs si sono mossi molto bene anche nelle trade che hanno portato nella Baia due giocatori solidi e continui nel rendimento come Zaza Pachulia e David West a un prezzo di saldo. Golden State, quindi, regina assoluta del mercato.
Sugli altri fronti caldi, ad Ovest, segnaliamo gli oculati movimenti di Minnesota e Houston. I primi hanno puntato su una scelta del draft di sicure prospettive come Kris Dunn, point guard veloce e versatile, con, al fianco Rush e Aldrich, validi assistenti al tiro e sotto le plance.
i secondi, invece, si sono liberati di un peso ingombrante come Dwight Howard, puntando su tiratori più che affidabili come Ryan Anderson e Eric Gordon (se in salute), a sostenere le folate offensive del "barba" James Harden.
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Promossi, seppur con riserva, anche i Blazers. Il team dell'Oregon si è svenato per trattenere Allen Crabbe e Turner ma, d'altra parte non si sono fatte follie per far venire a Portland due ottimi giocatori come Ezeli e Leonard, con la possibile sorpresa di un Lyman scelto al secondo giro di draft.
Sufficiente, ma nulla di più, il voto al mercato di Clippers e Grizzlies. i primi, rifiutati da Durant, hanno tenuto le loro stelle, lasciato andare Green e puntato su due sicuri emergenti dal draft come Johnson e Stone.
I secondi hanno ricoperto d'oro un giocatore di sicuro valore come la stella Mike Conley, per trattenerlo a Memphis, ne varrà la pena? Di certo sarà affiancato da un buon realizzatore come Parsons e, sotto i tabelloni, da un estremamente fisico Ennis.
Bocciati su tutta la linea, invece, gli altri losangelini, i Lakers che hanno pagato uno sproposito per Mozgov che ha fatto un bel po' di panchina a Cleveland e fatto arrivare Calderon come play a pestare i piedi a Huertas. No, ragazzi, così non va.
Ma anche gli altri californiani, i Kings, non si sono, di certo, fatti valere, dopo una stagione deludente, tra mille litigi tra le prime donne del team e il club. L'ingombrante presenza in campo, e non solo, di DeMarcus Cousins ha creato numerosi scompensi agli equilibri nel team e, quest'anno, riteniamo, non sarà, poi così diverso. Sono stati ceduti Belinelli, Rondo, Acy e Curry e ingaggiati giocatori non all'altezza come Temple, Tolliver e Afflalo. A Sacramento si respira già aria di delusione.
Ma, se in California si piange, in Oklahoma, di certo, non si ride. Partiti Durant e Ibaka, per coach Donovan si prospettano tempi duri, visto che, i sostituti, Oladipo e Sabonis, non sono riusciti a trattenere KD, non garantiscono, di certo, la stessa competitività e fanno mugugnare lo stesso Russell Westbrook che sarà free agent a fine stagione. Fine dei sogni di gloria a OKC?
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