
Per la prima volta la corsa rosa è scattata da una località non europea. Una scelta, quella di partire da Gerusalemme, che ha suscitato non poche polemiche. La minaccia di Israele di non prendere parte alla manifestazione aveva infatti spinto gli organizzatori a cancellare la dicitura “Gerusalemme Ovest” dal sito ufficiale dell’evento. Sul tema si è espressa anche la piattaforma delle Ong italiane in Mediterraneo e Medio Oriente, ritenendo un errore la partenza da Gerusalemme: “La scelta di far partire il Giro d’Italia da Gerusalemme, avendo peraltro rimosso l’originaria dicitura Gerusalemme Ovest è inopportuna perché sembra voler avallare la pretesa israeliana che la città sia la capitale ‘unica e indivisibile’ dello stato di Israele".
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Abituato com'è a dominare i Tour fin dal prologo e al di sopra di ogni sospetto, c'è stata sorpresa generale per il fatto che Chris Froome abbia perso il primo round al Giro d'Italia dopo una vigilia agitata dal caso salbutamolo.
All'ombra del Muro del Pianto, viste le prime tappe israeliane della corsa rosa 2018, non si è aperta una vera e propria crisi e nemmeno la caduta in ricognizione può essere definita qualcosa di preoccupante.
Resta però la sensazione che il campione dei Tour dovrà già reinventarsi all'attacco per strappare a Tom Dumoulin la maglia rosa.
La strada si è rivelata dunque subito in salita inizia prima per Chris Froome, che non vedeva l’ora di riscrivere la sua trama rosa e invece ha già vissuto una giornata nera.
La prima cronaca del Giro d’Italia dice che il pluricampione del Tour de France è caduto in ricognizione e magari anche condizionato dalle prime ferite, ha incassato 37 secondi da Dumoulin in meno di dieci chilometri contro il tempo.
Proprio lui, Tom Dumoulin, olandese della Sunweb, vincitore nel 2017 del Giro d'Italia e anche della la crono individuale d’apertura del 101° Giro d’Italia 2018 davanti ad una folla entusiasta a Gerusalemme.
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Froome si rifarà, nel breve-medio periodo? E l'intero Giro sarà solo una lotta a due fra Domoulin e il Re del Tour? O ci sarà spazio per un terzo incomodo?
Il ciclismo italiano spera proprio in questa terza opzione, visto che Fabio Aru è chiamato a tenere su il movimento azzurro.
Senza Nibali, che guarda al Tour de France, il campione d'Italia è la speranza del Belpaese, l'uomo che può spezzare i sogni e le ambizioni di due uomini che sembrano partire quasi senza avversari: Chris Froome e Tom Dumoulin.
Fortissimi nelle prove contro il tempo e in montagna secondi a nessuno, ma Aru ha il ruolo e il compito non solo di salvatore della Patria, ma di guastatore.
Aru conosce perfettamente il suo ruolo.
Le sue parole: "Froome e Domoulin partono certamente in pole-position, ma c'è un nutrito gruppo di corridori, me compreso, che non si daranno per vinti in partenza, ad incominciare da Pinot, Miguel Angel Lopez, Bennett, Yates, Chaves e i nostri Domenico Pozzovivo e Davide Formolo. Se si vuole fare corsa dura, la si può fare. Gli interpreti non mancano".
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FONTI:
Per il contenuto: "Io guastatore del Giro. Froome e Dumoulin non avranno vita facile", ilgiornale.it, Pier Augusto Stagi, 3 maggio 2018.
Per l'immagine: www.we-news.com
Articolo scritto da:
Mauro Suma, il Direttore Responsabile (leggi la sua biografia).