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A consultare il '' Garibaldi '' della Parigi-Nizza appena conclusasi, si potrebbero avanzare dei dubbi sulle doti e le capacità degli organizzatori transalpini. Nessun prologo iniziale e nessuna prova contro il tempo. 8 tappe, da spartirsi tra ruote veloci e uomini da classiche delle Ardenne. Bandite dal menu le salite lunghe, anche quelle lontane dal traguardo, gli organizzatori hanno preferito vivacizzare questo tracciato un po' naif con qualche strappo breve in prossimità del traguardi.
Spesso, e non a torto, si dice che è l'atteggiamento dei corridori a rendere dura e avvincente una gara, di certo, però, l'altimetria scarna di questa Parigi-Nizza non ha stimolato più di tanto la fantasia di corridori e appassionati. Di contro ne hanno beneficiato, considerati i distacchi irrisori, suspence e incertezza sull'andamento finale della corsa Analizziamo, di seguito, i protagonisti che più hanno animato questa inedita versione della corsa d' oltralpe.
-CARLOS ALBERTO BETANCUR: alla vigilia qualcuno usava un espressione di ronaldiana memoria (gordo) per descrivere la sua condizione fisica. L'hanno scorso è arrivato quinto al Giro, terzo alla Fleccia e quarto alla Liegi, dimostrando, al giro, di poter battagliare con Nibali, almeno negli arrivi in salita, incastonando quattro secondi posti in altrettante tappe. è vero gli manca ancora la continuità della piena maturità, vista anche la Vuelta della stagione passata, vissuta spesso e volentieri nelle retrovie del gruppo e nei basssifondi della classifica generale. Forse non vincerà mai il Giro o il Tour, ma mi pare improbabile che resterà a secco di vittorie ancora a lungo nelle classiche delle ardenne o ipoteticamente in un lombardia.
La Parigi-Nizza ha confermato il potenziale, la classe e una sagacia tattica ragguardevole rispetto alla giovane età del Colombiano. Ha vinto 2 tappe, la prima, in un movimentato finale, sfruttando l'indecisione del gruppetto di cui faceva parte, la seconda alla fine di uno strappo riprendendo e saltando il campione iridato Rui Costa, che aveva tentato di anticipare tutti nel finale. Queste due affermazioni e gli abbuoni da esse derivanti hanno permesso a Betancur di portarsi a casa la sua prima breve corse a tappe. GORDITO. voto: 8,5. I due giovani compagni transalpini, Vuillermoz e Bardet, si rivelano quanto mai preziosi.
-TOM JELTE SLAGTER: classe '89, solo l'anno scorso (vincendo il tour down under), ha incominciato a scrollarsi di dosso tutte quelle pressioni derivanti da un precoce e forse frettoloso passaggio al professionismo. Si è spartito con Betancur le vittorie sugli arrivi più insidiosi, regolando una volta Rui Costa ( ancora piazzato), e l'altra battendo in una volata senza storia, un Geraint Thomas stremato più interessato alla classifica generale. Tom ha dimostrato di poter andar forte in salita, molto difficilmente entrerà in un top5 o in una top10 di un grande giro, ma le sue ottime attitudini da scattista gli potrebbero regalare qualche soddisfazione inaspettata. ATTACCANTE. voto: 8
-JONH DEGENKOLB: è arrivato alla Parigi-Nizza in grande forma e ha dimostrato di essere il più continuo negli arrivi in volata, inizia con due secondi posti, per poi trovare l'acuto, tagliando per primo il traguardo di Magny-Cours. Si porta a casa la maglia verde, tiene bene sulle salite non troppo arcigne di questa Parigi-Nizza. Un outsider in più per la Milano-Sanremo. TEDESCONE. voto: 7,5.
-RUI ALBERTO FARIA DA COSTA: ce lo ricordavamo in cima a via Salviati, disperatamente attaccato alle ruote di Nibali e Valverde, poi sappiamo tutti comè andata a finire. La maledizione, che negli ultimi anni ha colpito coloro che hanno indossato la maglia di campione del mondo non sembra affatto interessarlo. Già sei secondi posti, 2 di questi in Francia, dove conclude sul gradino più basso del podio. è il faro di questa Lampre, i folgoranti risultati della stagione passata non sono frutto del caso. CORRIDORE VERO. voto: 7,5.
-GERAINT THOMAS: si trova nei panni del capitano, dopo l'infortunio di Froome e il conseguente dirottamento di Richie Porte sulla Tirreno-Adriatico. Geraint, conferma progressi importanti quando la strada sale, a parole afferma di non avere ambizioni di classifica ma sulla strada cerca di conservare il più a lungo possibile la maglia del leader. Deve alzare bandiera bianca di fronte a un Betancur, comunque più forte, e a una caduta nella penultima tappa che lo costringe a non partire per Nizza. CAPARBIO. voto: 7,5. In casa Sky non pervenuto Edvald Boasson Hagen (voto: 4), nonostante la presunta ottima condizione e un percorso adatto.
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-MORENO HOFLAND: classe '91, tanti tentativi di fuga e una vittoria in volata. Il nome nuovo di quest'anno, veloce ma non velocissimo, esplosivo e in grado di tenere bene in salita. In potenza un piccolo Hushovd. Ne vedremo delle belle. TALENTO. voto: 7,5. Tra i compagni di squadra da segnalare Wilco Kelderman, giovane scalatore olandese, spesso e volentieri ha messo il naso fuori dal gruppo alla ricerca di una soddisfazione personale. voto: 7.
-ARTHUR VICHOT: la maglia tricolore di campione nazionale non passa inosservata. Ok, si corre in Francia, e come solito la regia televisiva sembra risentirne, ma l' attenzione che riesce a catturare Vichot è del tutto meritata. Sempre in testa al gruppo, spesso piazzato, trova l' acuto nella tappa conclusiva a Nizza. voto: 7,5
-JACOB FULGSANG: in salita è sempre li, dimostra un buono stato di forma. Purtroppo è destinato a posizioni di rincalzo non essendo certo un fulmine di guerra in volate risrette. Chiude quinto in classifica generale. REGOLARE. voto: 6,5.
-CYRIL GAUTIER: chiude sesto nella generale e terzo nell' ultima frazione a Nizza. Scalatore minuto e leggero, ha ribadito una grossa attitudine all' attacco garibaldino. Una possibile futura maglia pois o il probabile erede dello spirito '' Voeckleriano ''. voto: 7.
-STEFAN DENIFL: si mette in bella mostra. Già qualche anno fa, quando correva per la Cervelo di Carlos Sastre, aveva dimostrato di non aver problemi a scattare quando la strada sale. Ed è quello che fa a questa Parigi-Nizza dove ridendo e scattando arriva settimo nella generale. CORAGGIOSO. voto:7.
-VINCENZO NIBALI: Non era venuto per vincere, e neanche glielo si poteva chiedere visto le caratteristiche del percorso. Ci ha provato, più volte ha allungato in testa al gruppo per testare la condizione. Quando ha potuto ha cercato di dare una mano a Fulgsang. è caduto e forse ha preso qualche minuto di troppo ma ricordiamoci tutti che l'obbiettivo dello squalo è la maglia gialla, quella del tour. VOLENTEROSO. voto: 6.
-FRANK SCHLECK: si rivede in testa al plotone. Cerca la vittoria sul prestigioso arrivo di Nizza e arrichisce la sua presenza in terra transalpina con qualche azione che ci fa ricordare i bei tempi. chissà che il buon Frank possa risorgere, sportivamente. REDIVIVO? voto: 6+. Il fratellino ANDY continua a vivacchiare in fondo al gruppo come il peggiore dei succhiaruote. DESAPARESIDOS. voto:3,5.
-RAFA MAJKA: Il giro della stagione passata lo ha portato alla ribalta. tanti se lo aspettavano protagonista, nonostante il disegno della corsa non gli si addicesse. Talento indiscutibile, il polacco preferisce le salite lunghe, ma questo non basta a giustificare una Parigi-Nizza incolore e un atteggiamento tattico discutibile, visto che Majka più di una volta ha ritenuto necessario mettere i suoi davanti al gruppo senza che se ne capisse il motivo. CONFUSO. voto:5.
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