GIRO D'ITALIA 2014: LE PAGELLE - SECONDA PARTE (by simo90)Copyright © All Rights Reserved - We-News.com

... Continuo dell'articolo: ''GIRO D'ITALIA 2014: LE PAGELLE - PRIMA PARTE (by simo90)''.

Diego Ulissi: ha goduto due volte, e ci ha fatto godere. Qualcuno cominciava a mettere in dubbio le doti del Livornese. Lui da buon toscanaccio a tirato dritto, senza far troppo caso alle punzecchiature degli addetti ai lavori. A Montecopiolo e nella tappa del Carpegna è sembrato di rivedere Philippe Gilbert, per l’autorità e la supremazia dimostrata in volatine di gruppi ristretti. Ne ha ancora di strada, ma da qui in poi si spera sia in discesa. Deve puntare alle corse di un giorno. Il ct Cassani pensa a lui per il ruolo di capitano. PURO SANGUE. Voto: 8,5.

Il compagno Cunego sembra aver perso ogni residua speranza di ritrovare la gamba dei tempi migliori voto: 4,5. La Bardiani: no, non è un corridore. È una squadra continental che riesce nell’impresa di portarsi a casa tre tappe. Certo ci vuole un po’ di fortuna, ma la fortuna bisogna andarsela a cercare, e i ragazzi di Reverberi lo fanno ogni giorno, sperando che quella centrata sia la fuga giusta.

Il più vecchio Pirazzi (voto: 7,5) è del 1987. Come Arredondo, spesso è stato criticato per attacchi considerati scriteriati. E allora decide di sfogarsi con un ombrello non propriamente sobrio ma pienamente comprensibile. Bravissimi anche Canola e Battaglin, gli altri due vincitori di tappa. BRAVI TUTTI. BRAVO REVERBERI. Voto: 10.

Franco Pellizzotti: passano gli anni ma il delfino di bibione non perde la voglia di attaccare. Cerca con ostinazione quella che potrebbe essere una delle sue ultime vittorie. Va a tanto così dal vincere sullo Zoncolan, dove lo aspettavano molti suoi tifosi. Dopo l’arrivo ha un momento di sconforto che sfocia, per un attimo in una voce rotta dall’emozione. Dimostra ancora tanta voglia e passione, abbinate ad una gamba ancora discreta, che potrebbe permettergli di andare avanti ancora per una o due stagioni, anche perché il principe Savio lo ritiene la Chioccia del team. ESEMPIO. Voto: 7.

Wilco Kelderman: qualche hanno fa gli olandesi facevano affidamento su Gesink, adesso sperano in Wilco. È giovane e in salita va forte, ma sembra difettare di quel quid che lo porti ad un definitivo salto di qualità. È un attaccante, anche se in questo giro non è parso tale, essendo comunque controllato degli uomini di classifica. Ha grosse potenzialità, un corridore ancora tutto da scoprire. OLANDESE VOLANTE (come ogni olandese che si rispetti). Voto: 7.

Dario Cataldo: Senza i pezzi da novanta la Sky, aveva affidato all’abruzzese il compito di salvare capra e cavoli. E quasi ci riusciva, visto il secondo posto di Oropa. Nella prima settimana è caduto uscendo di classifica, questo gli ha permesso di vivere un giro all’attacco, sempre, o quasi in fuga. Probabilmente si fosse gestito meglio avrebbe potuto vincere una tappa, ma non gli si può recriminare nulla. Torna a casa con la soddisfazione di esser passato per primo sulla cima Coppi. CORRAGGIOSO voto: 7+.

Menzione per il compagno più giovane del giro Sebastian Henao, manco a dirlo altro colombiano, che dimostra di non patire affatto la terza settimana, nella quale si fa notare. Cadel Evans: stesso discorso fatto per Pozzovivo. Forse arriva a questo Giro fin troppo in condizione, dopo la vittoria al Giro del trentino.

O forse, più probabile, le 37 primavere si fanno sentire. Tiene la maglia per una settimana ma lentamente soccombe dietro ai vari Quintana, Aru, Rolland, Majka, Kelderman, tutti molto più freschi e giovani di lui. Quasi certamente non potrà più salire sul podio di un grande giro, ma la tenacia e la perseveranza del biker australiano emozionano. CAGNACCIO. Voto: 7,5.

Ryder Hesjedal: Anche lui non è uno che lesina scatti, nella tappa da tregenda dello Stelvio è assieme a Rolland e Quintana, e quando può non perde l’occasione di mettere la testa davanti al gruppo. Non tornerà mai quello del giro vinto davanti a purito ma c’è da chiedersi cosa avrebbe potuto fare senza quei 3 minuti e passa accumulati nella cronosquadre di Dubino. BARCOLLO MA NON MOLLO. Voto: 7.

Rambo Rabottini: Parte con qualche velleità di classifica, ma forse sarebbe stato meglio concentrarsi su una tappa. Siamo abituati a vederlo all’attacco, ma quest’anno imbroccare la fuga buona sembra un’impresa assai complicata. La verità è che la dedizione e la voglia non mancano come sempre, ma quest’anno le gambe del Rabo non girano. Lontano parente di quello che vinse la maglia di miglior scalatore. Aspettiamo fiduciosi il prossimo giro. SOTTOTONO. Voto: 5,5.

Menzione per il compagno Fedi che accumula il maggior numero di chilometri in fuga. Ci vuole coraggio!! Voto: 8.

Tim Wellens: Se non è in fuga pensi che si sia ritirato. Lo si era già intuito nelle classiche delle ardenne, dove non si è risparmiato scatti. I dirigenti Lotto sono stati impressionati dal Giro di Tim e subito hanno provveduto rinnovandogli il contratto. Di sicuro, anche lui, non fa invidia per scaltrezza ma di forza e coraggio ne ha da vendere. Difficile che un giorno possa fare classifica, di sicuro lo rivedremo spesso e volentieri all’attacco. Ed è questo che ci piace. CORRIDORE VERO. Voto: 7,5.

Ivan Basso: l’anno scorso alla Vuelta, prima della nevicata che lo aveva costretto al ritiro, lottava con i primi in salita. Il giro del Trentino non era andato come si aspettava ma Ivan dall’alto della sua esperienza pensava di poter fare qualcosa di meglio al Giro. La gamba purtroppo non è più quella dei tempi migliori, ma testa e cuore non gli sono mancati. Non molla mai, addirittura si avventura caparbiamente nella fuga del Panarotta. IVANILTERRIBILE. Voto: 6 di stima.

Micheal Matthews: Manco a dirlo altro classe ’90, vince in maglia nel giorno in cui mezzo gruppo finisce per terra. Ai paesi Baschi aveva già dimostrato di essere un signor corridore ma un grande giro è un’altra cosa. Per lui però non fa molta differenza visto la prima settimana da assoluto protagonista. Se arriverà in forma potrebbe essere un outsider nel mondiale non troppo impegnativo di quest’anno. NON SOLO UN VELOCISTA. Voto: 7,5.

Menzione per 2 compagni di squadra: uno è weening che come solito vince al termine di una lunga fuga bruciando il nostro Davide Malacarne, l’altro è Sven Tuft, la maglia nera di questo giro. Bravo comunque Sven, non tutti si possono permettere di finire un giro d’italia.

«Quanto ti è piaciuto questo articolo???»
... Aiutaci:

1) Condividendolo sui Social Network;

2) e Registrandoti per Commentarlo QUI sotto.

Grazie di cuore!

N.B. L'autore di questo articolo manleva da ogni qualsivoglia responsabilità questo sito e chi vi ci lavora per qualunque danno arrecato. Se pensi che ci sia stato dichiarato il falso e/o siano state commesse delle infrazioni legali, scrivici per poterti mettere in contatto direttamente con l'autore che si assume il 100% della responsabilità.