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LE PAGELLE DELLA VUELTA 2014

... CONTINUO DELLA "PRIMA PARTE DELLE PAGELLA DELLA VUELTA 2014".

WILCO KELDERMAN: l’impressione come avevamo detto al Giro è che mancasse ancora quel quid, la Vuelta lo conferma. Era difficile ripetersi a livelli Giro, soprattutto per uno giovane come lui, ma sinceramente ci aspettavamo qualcosina in più. VOTO: 4,5.

Il compagno ROBERT GESINK pare ritrovato rispetto alle ultime sfortunate apparizioni. Lotta come non lo vedevamo fare da tempo e piazza pure qualche scatto, senonchè quando è settimo è costretto ad abbandonare per assistere la moglie incinta. AUGURI E FIGLI MASCHI. VOTO:7

PRZEMYSLAW NIEMIEC: Va in fuga e vince ai Lagos de Covadonga, resistendo al ritorno dei soliti cinque. Non ha propriamente il fisico di uno scalatore ma in salita va e come se va. È l’emblema di una squadra, la lampre, che piuttosto di passare inosservata ha deciso in questa Vuelta di abbracciare la filosofia della fuga. Filosofia che pare vincente visto che anche il buon Winner Anacona riesce a portare a casa un successo parziale. Una menzione d’obbligo per il principino di Cerro Veronese (damiano Cunego) e per Elia favilli, anche loro sempre all’attacco. BRAVI TUTTI. VOTO:7

MICHAEL MATTHEWS: Dopo la rosa al Giro, tappa e Roja alla Vuelta. Per il buon australiano rimane una stagione da incorniciare, anche se abbiamo capito che la tenuta sulle tre settimane non fa ancora parte del suo repertorio. CANGURO. VOTO:7

RIGOBERTO URAN: a crono è migliorato parecchio e lo dimostra alla Vuelta come aveva fatto al Giro, inevitabile che abbia perso un po’ di brillantezza in salita. È messo K.O da una bronchite ed è costretto a ritirarsi, probabilmente però non sarebbe andato oltre una sesta o settima piazza. A proposito di K.O, il compagno Brambilla si prende letteralmente a cazzotti con il russo Rovny senza manco scendere di bicicletta, il bello o il brutto è che hanno la brillante idea di farlo davanti alla macchina della giuria. Risultato? a casa tutti e due. Peccato perché Gianluca si stava giocando la maglia azzurra.

NACER BOUHANNI: Al giro c’eravamo lasciati con un ne risentiremo parlare. E infatti, l’ex pugile franco-algerino, piazza un uno-due micidiale tra San Fernando ed Albacete. È un mattacchione il buon Nacer, prima si infuria con Degenkolb reo di averlo chiuso di mezzo millimetro e poi quando abbandona la Vuelta spara a zero sulla sua ormai ex-squadra visto che ha già firmato per la Cofidis. Risultato? Marc Madiot risponde per le rime escludendolo dalle corse che si disputeranno da qui a fine stagione, mondiale escluso. FORZA DELLA NATURA. VOTO:8

JONH DEGENKOLB: 9 vittorie totali alla Vuelta di cui 4 quest’anno sono un bel biglietto da visita. Ha cavalli da vendere il ragazzone tedesco che dagli addetti ai lavori è considerato uno dei grandi favoriti del mondiale di fine settembre. Si, perché Jonh (nome insolito per un teutonico) non ha solo una potenza disarmante in volata ma è in grado anche di tenere su strappi più o meno impegnativi. La strada ci dirà se il nostro ct Davide Cassani avrà avuto ragione a considerarlo l’avversario numero uno per il mondiale. VOTO:9 come il numero complessivo delle sue vittorie in terra iberica.

ADAM HANSEN: Lo stacanovista del gruppo. È affetto dal morbo dei GT, che sia Giro, che sia Tour, che sia Vuelta, te lo ritrovi sempre ai blocchi di partenza. Non solo porta a termine regolarmente tutti e tre i GT dalla Vuelta del 2011, ma è pure in grado, ogni tanto, di piazzare qualche acuto come ha fatto quest’anno, con un azione da vero finisseur. MAI DOMO. VOTO:8

TONY MARTIN: Manco a dirlo vince la crono di Borja. L’ultima di 10km, non lo vede tra i primi solo perché si è ritirato prima. Non ha la forza o molto più probabilmente la voglia di attaccare da lontano come aveva fatto al Tour, ma glielo si può perdonare visto che anche lui, come i vari Sagan e Gilbert, corre questa Vuelta per preparare il mondiale. Più quello a cronometro che quello su strada. TGV. VOTO:8

ADRIANO MALORI: Per tre settimane lavora come un forsennato prima per Nairo e poi per Valverde, quando va davanti in pianura mette tutti in fila indiana e non c’è da stupirsi. Corona la sua Vuelta in extremis con l’affermazione nella mini-crono finale. Se lo chiedete a lui, vi dice che per vincere il mondiale Martin dovrebbe forare 5 o 6 volte. Si sa che al parmense piace scherzare ma forse non va tanto lontano dalla realtà: sta di fatto che dopo Tony c’è lui e chissà che non accada l’imponderabile. CRONOMAN ECCEZIONALE E UOMO SQUADRA. VOTO:7,5

LUIS LEON SANCHEZ: lui è un altro di quelli che se non vedi in fuga c’è da preoccuparsi sul suo stato di salute. Corre una prima parte di Vuelta spesso e volentieri in coda al gruppo, poi quando arrivano le sue tappe ci prova e ci riprova. Si accorge che la gamba non è delle migliori e allora punta tutto sulla maglia di miglior grimpeur e centra l’obbiettivo. ATTACCANTE DI PROFESSIONE. VOTO:6,5

CARLOS BETANCUR: è in rotta con la sua squadra e allora decide bene di presentarsi a questa Vuelta con la pancia di Boris Diaw (visto che si sono appena conclusi i mondiali di basket). Il ciclismo però è un’altra roba, un chilo in più o in meno ti possono cambiare la vita. Andate a spiegarglielo a Carlos, che deve scarrozzarsi 7 o 8 chili in più rispetto al peso forma. Sulla classe del colombiano non si discute, se il suo talento fosse coadiuvato da altrettanta professionalità forse i magnifici 5 diverrebbero 6. DELUDENTE. VOTO:3

OLEG TINKOFF: meriterebbe 10 solo perché lui è l’uomo che risponde all’ICE BUCKET CHALLENGE (l’ormai nota secchiata di acqua ghiacciata da gettarsi adosso per la raccolta di fondi in favore della ricerca per la SLA) con l’ICE VODKA CHALLENGE. 9 mesi fa prendeva a male parole il Pistolero, reo secondo lui di impegnarsi poco e niente, ora, testuali parole, è il suo eroe. Sale sul podio della premiazione finale e mima il gesto che ha reso famoso il suo eroe, si accontenta dell’indice e del pollice, anche se probabilmente avrebbe preferito una calibro nove. È russo ed è ricco sfondato ma la passione non gli manca visto che spesso e volentieri prende la bici e si cimenta sugli stessi percorsi e chilometraggi che dovranno affrontare i corridori. Per l’anno prossimo ha già ingaggiato Peter Sagan, con due personaggi così se ne vedranno delle belle. IMPREVEDIBILE. VOTO:10

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