Si è corsa oggi l'ultima gara del Mondiale MotoGP 2015, dopo settimane di furenti polemiche a seguito dell'episodio che ha visto coinvolti Valentino Rossi e Marc Marquez in Malesia; dopo la gara di Sepang il 46 è stato costretto a partire dall'ultima posizione nella gara più importante dell'anno. Non si è verificato nessun miracolo sulla pista della Comunitat de Valencia come invece si auguravano succedesse i tanti tifosi del Dottore accorsi a ogni parte del Mondo. Jorge Lorenzo è partito in pole position ed è rimasto in prima posizione dalla prima all'ultima curva, laureandosi per la quinta volta campione del mondo. Secondo è arrivato Marquez, a seguito di una condotta di gara ancora una volta discutibile. Terzo Pedrosa, quarto uno straordinario Valentino Rossi.
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Nonostante questo numero potrebbe fargli pensare ad uno scherzo del destino, il voto che merita oggi Valentino Rossi è 10.
Partito in ultima posizione a seguito dell'incidente di Sepang di cui tanto si è parlato nelle ultime due settimane, Valentino è riuscito a risalire fino alla 4a posizione, ma la sua moto e le sue gomme hanno pagato lo sforzo e non è mai riuscito ad avvicinarsi al trio spagnolo, che è passato sul traguardo come da previsione: primo Lorenzo, secondo Marquez, terzo Pedrosa.
E' chiaro che bisogna mantenere una certa obiettività nel racconto di una manifestazione sportiva, e che il rischio di parteggiare per Valentino e il suo essere italiano sia dietro l'angolo.
E' altrettanto vero che la condotta di Marquez è sotto gli occhi di tutti, italiani e non, appassionati storici del motociclismo e novizi.
Se a Sepang aveva sorpassato più volte Rossi, provocandolo e portandolo ad allargare eccessivamente la traiettoria, oggi non ha mai tentato l'attacco su Lorenzo, nonostante il suo passo gara testimoniasse che avrebbe di certo potuto provare il sorpasso.
Inoltre, quando nelle ultime curve si è visto sorpassare dal compagno di scuderia Pedrosa, ha subito reagito con vigoria ri-infilandosi davanti alle ruote dello spagnolo, ergendosi una volta in più a difesa della posizione di Lorenzo.
Perché premettere che bisogna essere obiettivi e non cadere nel patriottismo se poi nel racconto della gara si sostiene che Marquez abbia volutamente aiutato il connazionale Lorenzo sia a Sepang che nell'ultima gara del Mondiale?
Per denunciare una condotta antisportiva che non ha nulla a che fare con la nazionalità dei piloti.
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Infatti, con le sue azioni Marquez ha indubbiamente favorito Lorenzo, ma le ragioni delle sue scelte sono probabilmente di natura egoistica.
Il giovane spagnolo infatti deve aver pensato solo a sè ed al fatto che se Rossi avesse vinto anche questo Mondiale, il numero dei campionati vinti dal Dottore si sarebbe fatto impossibile da eguagliare, tanto meno da superare.
Così Marquez, impossibilitato a lottare per il primato visti i tanti problemi accusati dalla sua Honda quest'anno, si è accontentato di poter scegliere il male minore, ostacolando Valentino sulla rotta verso il decimo mondiale e consegnando di fatto lo scettro a Lorenzo.
Di tutta questa situazione, rimangono il dispiacere per un esito che avrebbe potuto essere diverso se solo Rossi non fosse stato tanto penalizzato dalla direzione di gara e una forte sensazione di ingiustizia subita.
Dispiace inoltre che uno sport così bello e complesso come la MotoGP sia stato catapultato sotto i riflettori solo a seguito dell'incidente di Sepang e a causa della scia di polemiche che ha accompagnato i piloti nelle ultime due settimane.
La MotoGP è ben altro, è uno sport onesto che segue una regola basilare: chi è più veloce, vince.
Eppure, sale alla ribalta proprio nel momento in cui tutto il Mondo scopre che a volte essere più veloci non basta, perchè un mondiale può essere deciso anche da tattiche studiate a tavolino atte a danneggiare l'avversario più che a migliorare la propria condizione.
Se Marquez durante l'anno avesse messo nel migliorare la moto lo stesso impegno che ha messo nello studio delle strategie adottate in Malesia e In Spagna, forse sarebbe arrivato a questa gara potendo lottare per il titolo, anzichè doversi accontentare del ruolo di spettatore frustrato che vuole a tutti i costi dire comunque la sua.
A Rossi resta l'affetto smisurato della sua gente e la sensazione di essere, a 36 anni, ancora il più forte di tutti.
E l'anno prossimo, sarà ancora in sella alla sua Yamaha per cercare di raggiungere quella doppia cifra accarezzata per un anno e vista sparire.
Per il momento, si accontenti di averlo ottenuto come voto in pagella.
E che l'anno prossimo vinca davvero il migliore.
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